I primi cristiani avevano una profonda consapevolezza della loro identità e sentivano il bisogno di proclamare - con gioia e convinzione - la loro fede. Amavano fortemente il nome di Gesù e desideravano comunicare a tutti che Egli è il Figlio di Dio e il Salvatore di ogni uomo.
Con fantasia e intelligenza "inventarono" un simbolo che utilizzavano come una sorta di carta d’identità o di tessera di riconoscimento, ma soprattutto come una sintetica professione di fede. Si tratta della figura del PESCE.
Si trovava dipinto negli ambienti in cui i cristiani si radunavano per la celebrazione dell'Eucaristia, le catacombe o le domus ecclesiae; spesso veniva posto sulle porte delle case e, con grandissima frequenza, era inciso sulle lapidi che chiudevano le sepolture, nei cimiteri delle catacombe.
Con molta probabilità, nei periodi di persecuzione, quando essere riconosciuti come cristiani significava subire un processo ed essere messi a morte, i fedeli usavano il simbolo del pesce per verificare la sincerità degli sconosciuti che incontravano. Tracciavano nella sabbia uno degli archi che compongono il disegno del pesce. Se l'altro completava l'immagine, i due si riconoscevano come discepoli di Cristo e sapevano di potersi fidare l'uno dell'altro.
Una bella raffigurazione del pesce si trova su una lapide conservata presso le Catacombe di San Sebastiano, a Roma.

È scolpito in verticale e l'ignoto artista che lo ha realizzato ha voluto aggiungere i particolari delle branchie e della coda, per rendere più realistica la sua rappresentazione.
Ma quale è il significato di questo simbolo?
Per capirlo occorre far riferimento alla parola che l'antica lingua greca utilizza per denominare il pesce: ICHTUS. Disponendo le lettere in verticale, tale parola consente di realizzare un acrostico.
Ἰησοῦς Χριστὸς, Θεοῦ Υἱὸς, Σωτήρ" (Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr)
che significa “ GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO, SALVATORE
Disegnare il pesce significava proclamare la fede in Gesù, Figlio di Dio e Salvatore degli uomini.
L’immagine proposta riproduce una stele dell'inizio del III secolo, proveniente dal cimitero Vaticano e oggi conservata presso il Museo Nazionale Romano.

Ricopriva il luogo di sepoltura di una certa Licinia Amias. Era certamente una donna cristiana, visto che le persone che l'hanno sepolta, forse i suoi parenti, hanno voluto che sulla sua lapide fossero incisi ben due pesci e hanno apposto la scritta icthys zōntōn, che significa “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore dei viventi.

Nella sua opera De Bapthismo, lo scrittore cristiano Quinto Settimio Fiorente Tertulliano (160-240) così afferma: “Noi, piccoli pesci, che prendiamo il nome dal nostro Ichthys, nasciamo (alla fede) nell’acqua e solo rimanendo in essa siamo salvati”.
Egli chiama i cristiani “pisciculi”, pesciolini, piccoli pesci, perché hanno proprio il pesce come segno distintivo. Oltretutto i cristiani possono essere detti “pesciolini” perché ricevono la vera vita dall’acqua del Battesimo.
Su una lastra sepolcrale che si trova presso le Catacombe di Domitilla, il simbolo del pesce è associato a quello dell'ancora.

Si tratta di un altro riferimento a Cristo Salvatore che ha dato la sua vita sulla Croce, L’ancora, infatti, è la modalità con cui i primi cristiani raffiguravano la Croce.
Osservando attentamente l’immagine ci si accorge che alcuni particolare riproducono fedelmente l’ancora di una barca, con particolare riferimento al braccio verticale, alla cui estremità inferiore si trovano le due parti ricurve, dette marre e, in alto, al l’anello che serve per far passare la corda che la tiene unita alla barca. C’è però un particolare che non è presente nelle ancore normali: il braccio orizzontale, messo proprio per ricordare la Croce. Quella che era definita “patibolo degli schiavi” o “orribile supplizio” – la Croce appunto – non veniva rappresentata per evitare equivoci sulla persona divina di Gesù, ma anche perché spaventosa per i cristiani.
Accanto a ciò si trova un altro significato, derivante dal fatto che l’ancora serve a tenere salda una barca, impedendo che le correnti marine la portino lontano dal porto e la facciano affondare. Quando i primi cristiani incidevano un’ancora sulla lastra di una tomba volevano dire che la loro fede nella vita eterna era salda e sicura, perché il defunto aveva coltivato la fede nell’Icthus.