ANASTASIS, L’ANTICA RAPPRESENTAZIONE DELLA RISORREZIONE

anastasis, l’antica rappresentazione della risorrezione

Annunciare la risurrezione di Cristo è un’azione irrinunciabile per i cristiani di tutti i secoli. Si tratta del centro della fede, dell’avvenimento che cambia radicalmente il destino dell’uomo, chiamato a vivere il giorno senza tramonto nell’eternità beata.

Come annunciavano la Pasqua i cristiani dei primi secoli?

Un’immagine di particolare significato è quella definita con la parola Anàstasis, la rappresentazione – per via simbolica – della Risurrezione di Cristo.

Per comprendere di cosa si tratti conosciamo due stupende opere d’arte, due sarcofagi conservati presso i Musei Vaticani.

Il primo è il cosiddetto Sarcofago "ad alberi", realizzato tra il 340 e il 350 e proveniente dalla primitiva basilica di San Paolo, fatta edificare dall'imperatore Costantino intorno al 330 sulla via Ostiense, luogo di sepoltura dell'Apostolo.

anastasis, l’antica rappresentazione della risorrezione

L'opera deve la sua denominazione alla presenza di alberi che, popolati di uccelli, determinano la partizione degli spazi e costituiscono lo sfondo per le scene proposte. Al centro si trova l'Anàstasis, vale a dire la rappresentazione della Risurrezione.

Sopra una sorta di piedistallo a forma di croce si trova il monogramma di Cristo ottenuto dall'intreccio delle lettere chi e rho, prime due della parola greca Christos. Il monogramma è circondato dalla corona d'alloro, allusione alla vittoria sulla morte.

Tra le foglie, la corona racchiude dei frutti sotto forma di bacche di cui due colombe sono intente nutrirsi. Nel linguaggio paleocristiano le colombe sono simbolo dell'anima e quindi esse alludono ai credenti che attingono dalla morte e risurrezione di Cristo i frutti della vita eterna.

Al di sotto si trovano due soldati, entrambi seduti: quello di destra reclina il capo su quello che potrebbe essere uno scudo visto di profilo; quello di sinistra invece poggia il braccio destro sul proprio scudo e brandisce una lancia con la mano sinistra. Significativamente sta guardando in alto come svegliato dal sonno. Si tratta di due soldati posti da Pilato a guardia del sepolcro di Cristo. Essi rimangono tramortiti dalla luce sfolgorante della Pasqua.

Le quattro scene intorno all’Anastasis raffigurano, rispettivamente, da sinistra: Abele e Caino che presentano a Dio le loro offerte e L’arresto di Pietro; a destra: Il martirio di san Paolo e Le sofferenze di Giobbe.

Proveniente dalle Catacombe di Domitilla è il Sarcofago con scene della Passione di Cristo, anch’esso conservato presso i Musei Vaticani. Si tratta di un’opera risalente al 350 circa.

anastasis, l’antica rappresentazione della risorrezione

Lo spazio è scandito da sei colonne tortili che reggono due spazi sormontati da un timpano da cui pendono corone e altri due architravati.

Le scene riguardano la Passione di Cristo. A sinistra rispetto allo spazio centrale è raffigurato il Cireneo che porta la Croce e, accanto, l’Incoronazione di spine; a destra rispetto alla rappresentazione centrale è presentata un’unica scena: Cristo è condotto a Pilato che si lava le mani.

L’Anastasis centrale è del tutto identica alla precedente: una croce sormontata dal monogramma di Cristo formato dalle lettere chi – rho intrecciate e inscritte in una corona d’alloro; in asso due soldati tramortiti, citazione dal Vangelo di Matteo: Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite (Mt 28, 4).

La raffigurazione dell’Anastasis in entrambi i sarcofagi è affermazione della vittoria di Cristo Crocifisso e Risorto sulla morte ed è segno di sicura speranza per ciascun credente, anche per colui che giace all’interno del sepolcro.

Domenico Vescia

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