UN CESTO DI FICHI NELLA CASA di MARIA

L'Annunciazione di Pietro Cavallini nella Basilica di Santa Maria in Trastevere

santa maria in trastevere

E’ la prima chiesa romana dedicata a Maria, edificata nel 349 da papa Giulio I su una preesistente domus ecclesiae, una casa privata in cui - prima dell’Editto di Costantino del 313 - si riunivano i cristiani per la celebrazione dell’Eucaristia e per la predicazione.

La Basilica viene ampliata e progressivamente decorata nell’VIII e nel IX secolo, fino a giungere all’assetto attuale tra il 1138 e il 1148. È papa Innocenzo II a dare inizio alla decorazione dell’abside con splendidi mosaici.

Negli anni immediatamente precedenti il primo Giubileo, quello del 1300, lavora a Santa Maria in Trastevere, in qualità di mosaicista, Pietro Cavallini, chiamato dal cardinale Bertoldo Stefaneschi.

Il Cavallini era noto per le opere ad affresco realizzate nella Basilica di San Paolo fuori le mura, nelle quali era riuscito a dare rilievo alle figure, attraverso una buona resa dello spazio, particolare che sarà evidente anche nel ciclo di mosaici di Santa Maria in Trastevere.

Superando le forme statiche, solenni e maestose dei mosaici bizantini, Cavallini realizza figure profondamente umane, capaci di esprimere sentimenti e stati d’animo, personaggi in movimento e capaci di entrare in dialogo tra loro.

santa maria in trastevere cupola

Ecco l’abside di Santa Maria in Trastevere, splendida e suggestiva. Le figure sono rappresentate in forma policroma e si stagliano su uno sfondo dorato per indicare una manifestazione del divino che si colloca nell’orizzonte della grazia e dell’eternità.

Il ciclo dentro il quale si colloca l’Annunciazione di Pietro Cavallini è composto da sette riquadri che rappresentano – nell’ordine - la Natività di Maria, l’Annunciazione appunto, la Natività di Gesù, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione di Gesù al Tempio, il Transito di Maria Vergine e, nel registro inferiore, la Madonna con il Bambino.

santa maria in trastevere mosaico

Ecco la splendida Annunciazione.

Seguendo l’ordine del racconto evangelico, osserviamo innanzitutto l’angelo.

santa maria in trastevere angelo mosaico

È una figura imponente e bellissima che si presenta con una straordinaria grazia.

È raffigurato nel momento stesso in cui appare a Maria. La sua figura, infatti, è in movimento: ha la gamba sinistra in posizione avanzata e la destra arretrata, su un livello più basso. La posizione delle gambe e del busto lo fanno sembrare in procinto di inginocchiarsi di fronte a Maria, colei che è stata prescelta da Dio per essere la Madre del suo Figlio.

È vestito con una ricca tunica azzurra a forma di dalmatica, decorata con strisce dorate e indossa la clamide, un ampio mantello bianco che gli copre la spalla sinistra. Porta una ricca capigliatura intrecciata con un diadema azzurro che indica la sua dignità di Arcangelo.

Imponenti sono le sue ali, che presentano diverse gradazioni di colori, dal grigio scuro, al bianco al marrone.

L’imponenza della sua figura esprime anche il significato del suo nome, oltre che il suo ruolo di messaggero divino. In ebraico, infatti, Gabriele significa “forza di Dio”.

Nella mano sinistra porta un bastone, simbolo del suo ruolo di annunciatore e, con la mano destra, saluta Maria e le porta la benedizione di Dio.

Con il suo sguardo sereno e solenne allo stesso tempo e con il gesto della sua mano, le sta dicendo che diventerà la Madre del Figlio di Dio.

santa maria in trastevere mosaico maria

Maria siede su un trono incassato in una solenne struttura marmorea formata da nicchie, aperture, terrazzi. Tale struttura è rappresentata con una prospettiva ad angolo, per dare maggiore profondità alla scena ed ha l’aspetto di un tempio.

La Vergine è bellissima.

Indossa una lunga veste con macchie e striature dorate. Un ampio mantello blu scende dal suo capo e cala sulle spalle; il lembo destro è riportato sulla spalla sinistra.

Lo schienale di stoffa, l’ampio cuscino che copra la seduta e il suppedaneo richiamano i troni bizantini. Il mosaicista pone Maria su un trono per alludere alla sua grande dignità di Madre di Dio.

Il volto di Maria è leggermente turbato. Porta la mano destra al petto perché sta interrogando il suo cuore e prova turbamento di fronte alla terribile richiesta di Dio.

Del resto lei è abituata a meditare la Scrittura, come testimonia il libro che, appena richiuso, tiene con la mano sinistra e appoggia sulle ginocchia.

La tradizione iconografica dell’Annunciazione ce la presenta così: in preghiera, intenta a meditare.

santa maria in trastevere mosaico fichi

L’artista vuole sottolineare con particolare enfasi l’atteggiamento meditativo di Maria e per questo motivo colloca un particolare strano: sulla destra, accanto alla Vergine, su un piedistallo, rappresenta un cesto di frutti. Sono fichi.

Nella cultura biblica, questi frutti hanno diversi significati.

Innanzitutto l’albero di fichi, per gli ebrei, è il luogo sotto il quale si medita la Parola di Dio. Nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni è narrato l’incontro di Gesù con Natanaele, che egli stesso definisce “Un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaele, che diventerà discepolo di Gesù, si trova sotto un albero di fichi, simbolo della Legge divina, quella Parola che deve essere meditata e accolta.

I fichi accanto a Maria sono quindi un’allusione al fatto che Ella medita la Parola di Dio e la conserva nel suo cuore.

Sul lato opposto, sempre su un piedistallo, si trova uno stupendo vaso che contiene tre gigli. Essi alludono alla triplice verginità di Maria: prima del parto, durante il parto stesso e dopo aver dato alla luce Gesù.

Il fatto che siano tre è anche un richiamo alle tre Divine Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, il Dio unico che opera il mistero dell’Incarnazione.

Altre piante fiorite sono presenti nell’opera. Alle spalle dell’angelo si distinguono l’aquilegia blu che, nell’iconografia, allude al dolore che Maria proverà durante la passione e crocefissione di Cristo; accanto si trova la rosa selvatica, riferimento alla carità. Sul lato opposto della composizione si può distinguere il cosiddetto cardo di Maria, dalle foglie striate di bianco, allusione alla maternità di Maria e all’allattamento che ella assicura al piccolo Gesù.

Infine occorre alzare lo sguardo.

santa maria in trastevere mosaico colomba

In un semicerchio blu si trova la figura di Dio. Egli ha le fattezze del Volto di Gesù. Per quale motivo? Perché Gesù è la rivelazione del Volto del Padre. “Filippo, chi vede me, vede il Padre”: dirà Gesù all’apostolo Filippo che gli chiederà di mostrargli Dio.

Il Padre eterno sta guardando verso Maria che Egli ha scelto per essere la Madre del suo Figlio Gesù.

Da lui si muove la colomba, segno dello Spirito Santo. La colomba si dirige verso il grembo di Maria che, da quel momento, ospiterà il Figlio di Dio.

Ecco perché Maria siede davanti a un trono che sembra un tempio. Il tempio, per gli ebrei, è il luogo in cui Dio dimora. Da quel momento Maria è come un tempio perché in lei abita Gesù, che viene ad a porre la sua dimora in mezzo a noi, a camminare sulle nostre strade.

Un ultimo sguardo sul cesto posto alla sinistra di Maria aiuta a comprendere un altro significato simbolico legato al frutto del fico. La sua dolcezza fa pensare alla pace che il Figlio di Dio viene a portare: si tratta di una pace tutta personale, quella di chi si sente amato da Dio e in relazione con Lui.



Domenico Vescia

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