Catacombe di San Sebastiano

LA PIÙ ANTICA RAFFIGURAZIONE DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE

catacombe di san sebastiano

L'estensione e la stratificazione delle catacombe obbligano gli studiosi di archeologia sacra a condurre i loro studi per aree specifiche, dette "regioni catacombali" . A Roma una di queste corrisponde all'Ex Vigna Chiaraviglio, pertinente al complesso di San Sebastiano.

Negli anni Novanta del secolo scorso, in tale luogo, fu scoperto un affresco che rappresenta l’abbraccio tra Pietro e Paolo e, di fronte, una tomba ad arcosolio, cioè scavata nel tufo e sormontata da un arco con raffigurazioni di scene dal Nuovo Testamento. Grande importanza fu subito attribuita a ciò che è raffigurato nel sottarco. Si tratta di un'immagine studiata e identificata nei mesi in cui il mondo ha vissuto la pandemia da Covid, al termine di una serie di interventi di monitoraggio del sito.

Tutto ciò ha permesso di riconoscere nell'immagine una scena ispirata all’Ascensione di Cristo, risalente all’inizio del V secolo.

catacombe di san sebastiano

Si tratta di una raffigurazione dai tratti essenziali per comprendere la quale è necessario comprendere quanto narrato nel Vangelo di Luca: “Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui”. (Lc 24, 50 - 51).

La parte superiore dello spazio è occupata dalla rappresentazione di un cielo ingombro di nubi di colore rossiccio. Si tratta certamente di un riferimento alla dimensione celeste verso cui Cristo sta facendo ritorno dopo la sua vita terrena, dopo i giorni della sua passione e dopo la sua Risurrezione. Le nubi, inoltre, sono il segno del fatto che, in quell'evento, avviene una rivelazione: il corpo risorto di Cristo è unito al Padre, nella comunione trinitaria con lo Spirito Santo.

Cristo è il personaggio con il capo contornato da un nimbo dorato che si intravede a sinistra. Assume una posizione di tre quarti; appoggia il piede sinistro su una piccola roccia, mentre tiene il destro al suolo. La sua persona assume così una posizione che lascia intuire che Egli si sta staccando da terra. Il suo corpo è rivestito con un'ampia tunica gialla, il colore della luce e, quindi, della divinità. Indossa anche un pallio che appare mosso come dal vento, a sottolineare che Egli si sta muovendo.

La mano destra è protesa verso l'alto ad incontrare la mano del Padre che esce dalle nubi. Essa, inoltre, è un riferimento a quanto affermato da Vangelo di Luca: Alzate le mani, li benedisse.

Due personaggi stanno ai lati di Cristo ad impersonare Due degli undici apostoli che assistono all'evento. La loro posa e soprattutto le loro braccia alzate dicono la loro sorpresa e, insieme, il loro stupore. Il loro Maestro, Colui al quale avevano consegnato la loro vita è sottratto definitivamente al loro sguardo, ma nel loro cuore risuonano le sue parole: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt, 28,20).

Domenico Vescia

Riferimento bibliografico: FABRIZIO BISCONTI, Trovata la più antica rappresentazione dell’Ascensione, L’Osservatore Romano, giugno 2021.

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