Basilica di Santa Maria Maggiore, Mosaici dell’arco Trionfale

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

LE MADRI DI BETLEMME DI FRONTE AD ERODE

basilica di santa maria maggiore, mosaici dell’arco trionfale

L’Arco Trionfale della Basilica di Santa Maria Maggiore, eretto da Papa Sisto III tra il 432 e il 440, ha il valore di una celebrazione figurativa, su tre registri, dell’incarnazione di cristo e della sua natura divina. Ciò avviene, nel primo registro, attraverso le rappresentazioni dell’Annunciazione e della Presentazione al Tempio e nel secondo mediante la raffigurazione dell'Adorazione dei Magi e dell’episodio apocrifo dell'ingresso del Bambino nella città egizia di Sotinen. Nel terzo registro, viene invece mostrato come sia possibile rifiutare la divinità di Gesù, e ciò attraverso la raffigurazione di due vicende che vedono protagonista la figura di re Erode.

Quella posta alla sinistra dell’Arco rappresenta Le madri di Betlemme di fronte ad Erode.

Il sovrano si trova a sinistra, seduto sopra un trono gemmato con suppedaneo. È vestito come un imperatore romano, dal momento che indossa la lorica e un'ampia clamide, il mantello fermato sulla spalla destra; il suo abbigliamento è impreziosito da un bracciale sul polso destro e dal diadema che porta sul capo. Con la mano destra sta compiendo il gesto dell'adlocutio per indicare il fatto che sta parlando, rivolgendosi al soldato che gli sta di fronte.

Curiosamente ha il capo circondato da un'aureola dorata, sottolineata da un bordo bianco. Il particolare non deve stupire: nel mondo pagano, il segno del nimbo (o aureola) era utilizzato per indicare le persone provviste di potere. Tale uso continua anche nel contesto dell'arte cristiana durante i primi secoli.

È circondato dai suoi soldati: due, uno a destra e un altro a sinistra, fanno da guardia al trono, con tanto di cimiero e di lancia. Il loro sguardo è severo e minaccioso Un terzo, sullo sfondo, ha il corpo avvolto da una clamide bianca e si volge verso il commilitone alla sua destra con sguardo perplesso e interrogativo. Un quarto soldato si trova in primo piano: ha le gambe di tre quarti ad indicare che si è appena mossa dal cospetto del re per dirigersi verso le donne che si affollano sulla sinistra; ha lo sguardo rivolto verso Erode e con la mano compie il gesto dell'adlocutio verso le donne. Sta parlando e sta comunicando loro la decisione del re: i loro figli saranno uccisi.

Il gruppo delle madri di Betlemme occupa una parte consistente dello spazio rappresentativo. Il mosaicista ha tutta l'intenzione di dare all'osservatore l'impressione che si tratti di una vera folla di donne quella che sta di fronte ad Erode: con maestria pertanto colloca i personaggi su piani diversi e progressivi, passando dalle figure intere, ai visi, alle teste disposte in forma digradante. Una figura in secondo piano si gira addirittura dalla parte opposta, come se si rivolgesse ad altre betlemmite. Le tuniche delle donne in primo piano sono variopinte, per rendere l'osservatore consapevole che si tratta di donne del popolo. Ognuna porta in braccio il suo bambino e volge il capo verso il re, con sguardo affranto. Erode ha deciso, sopraffatto dal timore per le parole dei Magi che avevano dichiarato di essere venuti dall'Oriente per adorare il re dei Giudei, nato a Betlemme. Non vuole rivali ed è disposto ad uccidere i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù. È la strage degli Innocenti.

Domenico Vescia

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