La splendida Cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore fu voluta da Papa Paolo V Borghese (1605-1621) per racchiudere, come in un prezioso scrigno, l’icona mariana venerata con il nome di “Salus Populi Romani”.

Si tratta di un’immagine di cui è ancora incerta la datazione, a motivo soprattutto delle ridipinture successive. È tuttavia innegabile che la sua realizzazione sia avvenuta entro il primo millennio. La tradizione la attribuisce a San Luca, noto come “pittore della Vergine”, probabilmente a causa del fatto che egli solo, tra gli evangelisti, narra l’infanzia di Gesù.
La Vergine è rappresentata leggermente di scorcio e volge lo sguardo verso il fedele che le sta davanti. Indossa una tunica rossa - allusione alla sua umanità - e un manto di un vivace colore blu filettato d’oro con bordura anch’essa dorata. Sul versante iconografico il blu richiama la presenza dello Spirito Santo, disceso su di Lei nel momento dell’Annunciazione. Il Figlio incarnato nel suo grembo è vero Uomo e vero Dio: a questa verità si riferisce la presenza dell’oro, il colore della divinità, sul suo mantello. Occorre osservare anche la particolare forma che assume la mano destra di Maria che, sovrapponendosi alla sinistra, trattiene le gambe di Gesù: pollice, indice e medio sono alzati per formare il numero tre, allusione alla Trinità di cui il Figlio che ella porta in braccio è la seconda persona.
Un altro particolare è significativo: all’estremo della manica destra della tunica la Vergine porta impressa una stella a quattro punte stilizzata. Nell’iconografia la stella è riferimento alla verginità perpetua di Maria – prima, durante e dopo il parto – ma anche al suo titolo di Stella del mattino, dal momento che il suo immacolato concepimento precede il sorgere del Sole di giustizia, Cristo incarnato.
Il Bambino Gesù indossa una toga dorata riccamente panneggiata e dotata di laticlavi. Nella mano sinistra regge un evangeliario e alza la destra in segno di benedizione. Con tale gesto tuttavia Egli allude anche alla sua identità: l’indice e il medio appaiati sono un riferimento alla sua duplice natura, umana e divina. Il piccolo Gesù ha il capo contornato da un nimbo dorato dentro al quale campeggia una croce con i bordi rossi, allusione alla crocifissione, e costellata di gemme, richiamo alla risurrezione.
Cristo volge lo sguardo alla Madre ed Ella lo riflette sull’osservatore, mostrando così il suo ruolo di “mediatrice di grazia”.
Un particolare va assolutamente osservato: con la mano sinistra, la Vergine regge una sorta di fazzoletto di colore azzurro, finemente decorato ad imitazione di un ricamo. Si tratta di una mappula, un piccolo accessorio che, nell’antica Roma, era utilizzato dalle alte cariche politiche durante le cerimonie solenni. Successivamente la mappula entrò a far parte del complesso dei paramenti liturgici cristiani e assunse il nome di manipolo. Nelle mani di Maria, la mappula è un segno di regalità e di dignità.
Ad un attento osservatore, pertanto, Maria si presenta in tutta la sua dignità di Madre di Dio, come indicano le lettere greche MP e OY poste a sinistra e a destra del capo della Vergine, abbreviazioni di Μητέρ Θεού – Madre di Dio.
Domenico Vescia