EZECHIELE, IL PROFETA CHE RISPONDE AL VENTO

La raffigurazione michelangiolesca sulla Volta della Cappella Sistina

Ezechiele cappella sistina

Si gira di scatto, come per un richiamo improvviso.

Gli occhi si spalancano ad esprimere lo stupore suscitato da una parola inaspettata o da un pensiero fulmineo.

La mano destra si apre, con il palmo rivolto verso l’alto.

Le gambe si allargano per bilanciare il corpo, colto da uno slancio imprevisto.

Ezechiele cappella sistina

Perché tutto questo? Cosa sta succedendo ad Ezechiele? Cosa provoca i suoi gesti e il suo sguardo?

L’elemento che permette di rispondere a queste domande è il tallit che il profeta indossa. Egli, discendente di una stirpe di sacerdoti, tiene posato sul capo e sulle spalle lo scialle della preghiera proprio degli ebrei, il tallit appunto. Esso, tuttavia, non digrada dolcemente sulle spalle del profeta, ma è mosso da una folata di vento. Ecco cosa accade a Ezechiele: mentre sta leggendo il rotolo che tiene con la mano sinistra, è colto dall’ispirazione profetica, dalla voce dello Spirito che lo chiama e lo spinge a predire un evento particolare legato alla storia della salvezza.

Questo vento che assale il profeta può anche riferirsi alla visione che egli narra all’inizio del Libro biblico che porta il suo nome: “Io guardavo, ed ecco un vento tempestoso avanzare dal settentrione …” (Ez 1,4). Si tratta dell’evento atmosferico che accompagna la visione dei “quattro esseri animati”, che saranno splendidamente rappresentati da Raffaello.

A richiamare un tratto tipico della predicazione di Ezechiele sono le quattro figure dipinte a chiaroscuro sulle lesene che definiscono lo scranno su cui egli siede. Simmetriche a due a due, esse sono ritratte di spalle, come a volersi sottrarre a qualcosa o sfuggire a una minaccia.

In effetti il profeta fu deciso a mostrare ai Giudei la loro responsabilità per la deportazione del popolo in Mesopotamia nel 593 a. C. e per la conseguente distruzione di Gerusalemme. Essi non sono stati fedeli all’alleanza con Dio e devono convertirsi per poter accogliere il futuro di gioia che il Signore prepara per loro.

Ezechiele cappella sistina

Proprio alla penitenza e alla necessità della conversione allude la tonalità violacea del mantello indossato da Ezechiele. Il rosso della tunica è invece un riferimento all’amore di Dio per il suo popolo e il blu del tallit è un richiamo alla contemplazione delle realtà celesti.

Anche Ezechiele, come gli altri profeti affrescati sulla volta, è accompagnato da tre figure, simboli delle facoltà dell’anima, secondo l’interpretazione del gesuita Heinrich Pfeiffer. Il bambino dietro alla nuca del profeta rappresenta la memoria, il fanciullo nudo la volontà e il profeta stesso l’intelletto.

È interessante osservare che la figura della volontà poggia i piedi su un libro e quindi sulla parola stessa del profeta. Si tratta di un monito per chiunque osservi la rappresentazione: per convertirsi non basta ascoltare, ma occorre voler credere.

Non bisogna trascurare di osservare il gesto che questo fanciullo nudo, dai tratti quasi leonardeschi, sta compiendo: con la mano sinistra invita il profeta a guardare in una particolare direzione e, nello stesso tempo, con la destra, lo induce ad alzare lo sguardo. Anche il suo compagno guarda verso l’alto! Di tutta risposta, il viso di Ezechiele è orientato in avanti, ma i suoi occhi sono rivolti in alto.

Davanti al volto egli vede la porta orientale della Cappella Sistina, oltre la quale potrebbe scorgere anche l’ingresso della Basilica di san Pietro. Secondo padre Pfeiffer si tratta di un’allusione ad un passo del capitolo 44 del libro biblico dello stesso Ezechiele, che i teologi riferiscono alla persona di Maria e al suo ruolo di Madre di Dio: “Mi condusse, poi, alla porta esterna del santuario, dalla parte di oriente: essa era chiusa. E il Signore mi disse: Questa porta rimarrà chiusa e non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché è passato il Signore, Dio di Israele”. La porta attraverso la quale passa il Signore è il grembo di Maria che darà alla luce Gesù, Figlio di Dio.

Come ogni altra figura della volta realizzata da Michelangelo tra il 1508 e il 1512, quella di Ezechiele rappresenta un insegnamento per chiunque, entrando nella Cappella, alzi lo sguardo. Pensa a Maria, Vergine e Madre, a cui è dedicato l’edificio in cui stai entrando, e accogli la sua presenza con fiducia: questo è il monito del profeta!


Domenico Vescia